Successo e grande partecipazione al 55° Festival delle Nazioni

Successo e grande partecipazione al 55° Festival delle Nazioni

Il consenso di critica e stampa e una grande partecipazione da parte del pubblico: sono gli elementi che hanno caratterizzato la cinquantacinquesima edizione del Festival delle Nazioni, giunta ormai al termine: questa sera andrà in scena infatti il concerto di chiusura del cartellone principale con l’Orchestra della Toscana diretta dal messicano Juan Carlos Lomonaco; mentre l’ultimo spettacolo ‘collaterale’, lo spettacolo di Castello Danza dedicato a Miguel de Cervantes, è in programma venerdì 9 settembre.

A suggellare questa edizione dedicata alla Spagna – a detta di molti una delle migliori negli annali della manifestazione tifernate – le parole dell’amministrazione comunale e degli organizzatori, che illustrano un ‘bilancio’ estremamente positivo:

«La cinquantacinquesima edizione del Festival delle Nazioni – hanno dichiarato congiuntamente il sindaco di Città di Castello Luca Secondi e l’assessore alla cultura Michela Botteghi – ha segnato di fatto la ripartenza a pieno regime dell’attività culturale ed artistica dopo anni difficili segnati dalla pandemia. La nazione ospite, la Spagna, il ricco cartellone di concerti ed eventi itineranti, la valorizzazione degli straordinari contenitori e edifici storici che li hanno ospitati sono stati senza dubbio gli elementi principali che hanno caratterizzato la manifestazione simbolo e punto di riferimento dell’offerta artistico-musicale non solo a livello nazionale. Un’edizione che va in archivio sotto ottimi risultati e buoni auspici per il futuro. Grazie al presidente Salcerini, al consiglio di amministrazione, al direttore artistico Sisillo e a tutto lo staff organizzativo del Festival delle Nazioni per il lavoro svolto in stretta sinergia con le istituzioni».

«Ritengo che questa cinquantacinquesima edizione – ha commentato Pier Giorgio Lignani, vicepresidente del Festival delle Nazioni – sia stata un’edizione molto riuscita, soprattutto tenendo conto di quello che è lo scopo del Festival delle Nazioni: che non è solo quello di fornire al pubblico una serie di concerti fini a se stessi ma è quello di mettere in ‘scena’ ogni volta la realtà di un Paese diverso, cercando di scoprirne l’anima e le tradizioni. Grazie all’idea e al progetto artistico di Aldo Sisillo, abbiamo potuto conoscere non solo la Spagna della penisola iberica, ma anche ad esempio quella dell’America Latina, ‘ispanica’ per definizione, grazie al concerto di ieri sera dedicato al tango ma anche al concerto di Gabriel Garrido e dell’Ensemble Elyma che ha acceso i riflettori sulla musica dei gesuiti nelle missioni: due epoche molto diverse, due ‘Americhe Latine’ molto diverse ma tutte legate da questo filo conduttore che è la Spagna. Abbiamo poi scoperto la zarzuela, la tradizione classica con de Falla e gli altri autori: è stata una panoramica completa non solo della musica ma della cultura e dello spirito di Spagna».

Soddisfazione

«Siamo soddisfatti che il taglio del programma del Festival delle Nazioni – queste le parole di Aldo Sisillo, direttore artistico del Festival delle Nazioni – sia stato apprezzato dal pubblico. È motivo di orgoglio l’entusiasmo suscitato dai progetti nei quali abbiamo rivolto la nostra attenzione anche alle culture extraeuropee; il successo del concerto dedicato alla zarzuela, un genere di teatro musicale sconosciuto in Italia così come quello dell’artista cubana Yilian Cañizares. Vorrei poi ricordare quel ‘leggero’ filo conduttore intessuto sulla figura di Federico García Lorca, cui è stata dedicata una serata di luglio con la proiezione di La fine di un mistero, ultimo film di Nino Manfredi; poi la mostra di Omar Galliani che ha voluto dedicare la sua esposizione alle suggestioni evocategli da alcune poesie dell’artista andaluso (e i suoi lavori saranno ancora esposti alla Galleria d’Arte di Luigi Amadei fino al 12 ottobre); e poi ancora ricordando la sua figura di musicista, accanto a quella del poeta, nel primo concerto inaugurale e nello spettacolo dedicato interamente a lui, realizzato in coproduzione con i Laboratori Permanenti di Sansepolcro».

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