Spoleto accoglie Orfeo ed Euridice: un’interpretazione unica di Gluck da Damiano Michieletto

Antonello Manacorda dirige l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Vocalconsort, con Raffaele Pe nel ruolo principale

Spoleto accoglie Orfeo ed Euridice: un'interpretazione unica Gluck

Spoleto accoglie Orfeo ed Euridice: un’interpretazione unica di Gluck da Damiano Michieletto

Il Festival dei Due Mondi di Spoleto è in fermento per l’imminente debutto dell’opera “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck. Quest’opera, una delle più amate e rappresentate nella storia della musica, sarà presentata in una nuova luce grazie alla visione personale del regista Damiano Michieletto.

La produzione, realizzata in collaborazione con la Komische Oper di Berlino, dove è stata messa in scena per la prima volta nel gennaio 2022, sarà presentata il 5 e 6 luglio al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Le scene sono state create da Paolo Fantin, i costumi da Klaus Bruns e la drammaturgia da Simon Berger.

L’esecuzione musicale è affidata all’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e al Coro Vocalconsort Berlin, sotto la direzione di Antonello Manacorda. Il cast internazionale include Raffaele Pe nel ruolo di Orfeo, Nadja Mchantaf come Euridice e Josefine Mindus come Amore. Le danzatrici Alessandra Bizzarri, Ana Dordevic e Claudia Greco, guidate dal coreografo Thomas Wilhelm, aggiungono un ulteriore livello di espressività all’opera.

Durante il suo soggiorno a Spoleto, il 6 luglio, Damiano Michieletto presenterà il suo primo libro “Teatro totale”, pubblicato da Saggiatore. Il libro raccoglie gli scritti e le interviste di Walter Felsenstein, uno dei registi d’opera più importanti del Novecento e fondatore della Komische Oper Berlin. Questi testi, inediti in Italia, non riguardano solo la messa in scena delle opere classiche e le tecniche di regia, ma anche la drammaturgia, la sostenibilità economica e l’importanza dei teatri nella progettazione delle città e nell’esercizio della democrazia.

Il trasporto delle scenografie è stato realizzato in un’ottica di riduzione delle emissioni di CO2. Sette autotreni della flotta FERCAM percorrono 16.000 km (andata e ritorno) alimentati esclusivamente con biocarburante HVO, con un risparmio di emissioni di CO2 dell’80,54% (17.875 KG) rispetto allo spesso percorso con normali camion Euro 6 alimentati con Diesel fossile.

Secondo Damiano Michieletto, il mito, filo conduttore di questa edizione del Festival, è fatto della realtà degli uomini. Orfeo ed Euridice sono prima di tutto una coppia in crisi, sono diventati due estranei l’uno per l’altra. L’amore è scomparso. Una disgrazia colpisce Euridice e strappa Orfeo alla sua vita quotidiana. Lui piange e vaga per il mondo. Che cosa ha perso? Amore gli appare e gli offre una soluzione: può riportare in vita Euridice, a condizione di non guardarla per tutta la via del ritorno. Per il regista, «il trionfo dell’amore alla fine deriva dall’esperienza della finitezza della vita. Questo pensiero è difficile da sopportare. La storia mitologica di Orfeo che salva Euridice non riguarda la realtà di un uomo che salva una donna dagli Inferi. […] Il senso del viaggio di cui parlano numerosi miti è, a mio avviso, il tentativo di mostrare, con mezzi artistici, un’esperienza di vita veramente significativa. Si tratta della possibilità di cambiare, di incontrarsi di nuovo, di amare di nuovo e forse anche in modo diverso». A differenza del mito, Michieletto sceglie di mostrare la coppia in scena fin dall’inizio. Il viaggio di Orfeo agli Inferi è metaforico, è un percorso lungo il quale ritrova sé stesso. Quella di Orfeo ed Euridice è tra le vicende che più intensamente evocano il legame tra mondo dei vivi e mondo dei morti, e affonda le sue radici in miti antichissimi, preclassici. Non a caso è stata tra i soggetti scelti per l’opera lirica proprio ai suoi albori, con le versioni di Jacopo Peri, Giulio Caccini e nel 1607 con il capolavoro di Claudio Monteverdi. Fino al XX secolo, la figura del cantore Orfeo è apparsa sul palcoscenico in quasi cento ambientazioni, operette, balletti, cantate, poemi sinfonici e colonne sonore. Forse l’incanto di questo mito sta nella tensione degli amanti, nella scelta tra guardarsi un’ultima volta e salvarsi.

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