Il 23 agosto a Città di Castello è andato in scena Dancefloor📸FOTO E VIDEO

Il 23 agosto a Città di Castello è andato in scena Dancefloor📸FOTO E VIDEO

Uno show dedicato al ballo, al ritmo e alla musica che supera i generi, gli stili e le nazioni, per raccontare la storia di un’utopia diventata realtà: è questo Dancefloor, il nuovo concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, che è andato in scena nel Teatro degli Illuminati di Città di Castello lunedì 23 agosto alle ore 21.00, nell’ambito del 54° Festival delle Nazioni.

L’Orchestra di Piazza Vittorio è una realtà musicale ormai nota a tutti: ensemble multietnico, unico nel panorama mondiale, è stato fondato nel 2002 da Mario Tronco con l’idea di creare un’orchestra stabile di musicisti provenienti da diversi Paesi e culture.

Da questa esperienza, partita dall’ombelico di Roma, dal quartiere dell’Esquilino, sono trascorsi quasi vent’anni: Dancefloor passa in rassegna questo entusiasmante percorso, attraverso le tappe della storia di un gruppo nel frattempo diventato una formazione stabile e ormai rodatissima che, partendo dalla musica tradizionale, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae e classica, ha portato in giro per i palchi e i teatri del mondo, generi e sonorità per lo più sconosciute al grande pubblico.

Il nuovo show è un ritorno alle origini dell’Orchestra in cui la musica, il ritmo e il ballo sono di nuovo gli unici protagonisti. Dai paesaggi sonori dell’album Isola di legno, ibrido che accosta il folk al jazz, le tablas agli archi, i tamburi ai fiati, alle composizioni originali in primissima esecuzione – che faranno parte del nuovo disco in uscita in autunno – come da tradizione dell’OPV, la scaletta della serata è stata un viaggio tra Paesi, culture e linguaggi.

Ci sono state le atmosfere sensuali della cumbia boliviana, con le donne che ballavano alzando e muovendo a tempo i lembi della gonna; le danze berbere con i foulard dalle frange corte e coloratissime, la sacralità e ripetitività del gesto nel canto sufi, i passi cadenzati e ritmici della musica delle Ande.

Ma si sono ascoltate anche certe atmosfere caratteristiche degli anni Sessanta italiani e l’impegno politico dell’afro beat e la scanzonata allegria del reggae arabo, in realtà inesistente come genere a sé. E ciò perché come sempre l’OPV non riproduce stili ma li reinterpreta creando un modo di fare musica che la rende riconoscibile e unica.

«Sarà uno show in cui la musica, il ritmo e il ballo saranno di nuovo gli unici protagonisti – ha dichiarato Mario Tronco, direttore artistico e musicale della formazione – e che rappresenta per l’Orchestra di Piazza Vittorio un ritorno alle origini e contemporaneamente un salto nel futuro, affrontati con lo spirito fresco di un diciottenne e la consapevolezza dell’esperienza accumulata in questi anni.

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Siamo vicini al traguardo dei vent’anni e ci siamo chiesti, quanta gente abbiamo fatto ballare in questi anni? Nel DNA dell’OPV c’è il ballo perché il ballo muove il cuore della musica dell’OPV. Si balla per fare l’amore, per esprimere gioia, per lottare, per scandire il tempo del lavoro e anche per pregare. E sarà questo il fulcro del nuovo concerto: una curiosa pista da ballo fatta di ritmi e storie diverse».

L’Orchestra di Piazza Vittorio è formata da Houcine Ataa (Tunisia) alla voce, Emanuele Bultrini (Italia) alle chitarre, Giuseppe D’Argenzio (Italia) al sax tenore e soprano, Duilio Galioto (Italia) a pianoforte e tastiere, Ernesto Lopez Maturell (Cuba) alla batteria, Roman Villanueva (Cile) alla tromba, Carlos Paz Duque (Ecuador) a voce e flauti andini, Pino Pecorelli (Italia) al basso elettrico, Raul Scebba (Argentina) alle percussioni e Ziad Trabelsi (Tunisia) a voce e oud.

L’accesso al concerto è stato consentito esclusivamente alle persone munite di Green Pass. La certificazione attestare di aver fatto almeno una dose di vaccino oppure essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti la data dell’evento oppure di essere guariti da COVID-19 nei 6 mesi precedenti.

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