✍ I Racconti – Piazza del Bacio, Fontivegge, esempio di architettura metafisica, lo “slargo svelato”

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Piazza del Bacio

Piazza del Bacio, Fontivegge, esempio di architettura metafisica, lo “slargo svelato”

Lorenzo Brunetti

da Lorenzo Brunetti
PIAZZA DEL BACIO SVELATA La piazza costruita negli anni ’80 come molti sanno è firmata Aldo Rossi, primo architetto tra gli italiani a ottenere il prestigioso premio Pritzker 1990, quello che è considerato il Nobel per l’architettura (dopo di lui solo Renzo Piano). La chiave di lettura attraverso cui far riferimento per “svelare” questa piazza è il passato. Rossi sceglie la GRECIA ANTICA: ciò che è greco è secondo lui eterno e irripetibile. Inoltre è evidente il richiamo alla pittura metafisica delle piazze d’Italia di Giorgio DE CHIRICO. Metafisica che tradotto significa oltre la fisica; questo concetto applicato ad un luogo o a una piazza significa osservare lo stesso luogo di sempre come appare allo spirito e quindi andare oltre la semplice visione fisica degli occhi. Questo nuovo punto di vista viene descritto proprio da De Chirico come enigmatico e meraviglioso.

IL PALAZZO DELLA REGIONE

Il palazzo della regione richiama il tempio greco del Pantheon, formato da un elemento triangolare e il portico inferiore atto a sostenere lo stesso corpo in aria. In corrispondenza del taglio dell’edificio sorgono quattro colonne di enormi dimensioni, due visibili e due invisibili.

Le colonne hanno un forte valore evocativo e simbolico e il loro alternarsi al vuoto crea una forte immagine plastica. L’intero complesso si fonde su una struttura a corte, tra cubi e cilindri si introduce l’elemento a falde, come le case disegnate dai bambini.

Piazza del Bacio, Fontivegge, esempio di architettura metafisica, lo "slargo svelato"
Piazza del Bacio

Aldo Rossi non perde mai la vena giocosa del bambino e lui stesso disegnando questo palazzo dichiara di essersi ispirato anche alle cabine da spiaggia dell’ isola D’Elba. “Mi interessa molto questa piccola casa, ridotta, dove anche i movimenti dell’uomo sono limitati; questa forma così perfetta ed economica appartiene al mondo delle barche e del mare che io amo molto, si unisce benissimo all’impressione dell’estate; più che l’effimero riguarda ciò che cambia rimanendo se stesso”.

LA FONTANA

Al centro della piazza troneggia una fontana dalle linee rette e dall’aspetto monolitico l’imponenza e la gravità architettonica rappresentano la grandezza divina che in quanto tale deve essere appunto monumentale. “Ho sempre pensato all’architettura come monumento…solo quando essa si realizza come monumento costituisce un luogo” Per decifrare il misterioso “blocco” dobbiamo ricorrere ancora all’antica Grecia.

Piazza del Bacio, Fontivegge, esempio di architettura metafisica, lo "slargo svelato"
Piazza del Bacio

Tale opera è formata da una stretta scala a forma di podio e da una fontana sul lato opposto, elementi costituiti da forme pure. Il podio è rivolto verso la piazza che si alza sul fondo con un’ampia gradinata. Il cittadino può tranquillamente salire il podio e nel gesto stesso rievocare un immaginaria vittoria, così come le divinità olimpiche erano presenti fra gli esseri umani ed interagivano con essi. Tale relazione (umano-divino) fondava le basi della religione greca ed era molto diversa da quella orientale (ad esempio egiziana), dove il divino era nettamente separato dall’umano. Quindi un monumento “attivo”prodotto per il pubblico, e da fatti urbani prodotti dal pubblico.

CONCLUSIONE

Aldo Rossi grande sognatore e al tempo stesso poetico cultore del passato, sognava un’architettura eterna, capace di bloccare il tempo e di estraniarsi dai rumori del mondo. La piazza infatti coglie proprio questo spirito prezioso di chiusura (a conchiglia) e raccoglimento, isolandosi dalla stazione ferroviaria e dal traffico di via Mario Angeloni. Ad illuminare le sue scelte, come lui stesso racconta nella ‘Autobiografia scientifica’ (1981), era stato proprio uno splendido verso liceale di Alceo: «O conchiglia marina / figlia della pietra e del mare biancheggiante / tu meravigli la mente dei fanciulli». La citazione è circa questa e contiene i problemi della forma, della materia, della fantasia, cioè “della meraviglia”.

Un ordine rigido e antico, insomma, ma non opprimente, evocato attraverso l’immaginazione e cioè quel modo di vedere le cose, da bambini, che vuole la semplicità di volumi elementari oscillando sempre tra il gioco e la realtà. L. B.

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