Fausto Minestrini racconta il suo cursus honorum alla Sala Cannoniera

Un viaggio che si dipana in sessant’anni di fervida attività

Fausto Minestrini racconta il suo cursus honorum alla Sala Cannoniera

Fausto Minestrini racconta il suo cursus honorum alla Sala Cannoniera

Il pictor optimus Fausto Minestrini racconta il suo cursus honorum alla Sala Cannoniera e per gli spazi storici della Rocca Paolina. Un viaggio che si dipana in sessant’anni di fervida attività. Punteggiata da mostre di rango, osannate da
pubblico e critica. Dalla sua factory del Mulino della Roscia escono, limpidi come acqua di fonte, capolavori nei quali
l’informale si declina in raffinata diegesi, carica di trasparenti significazioni.

La mostra aperta l’11 maggio, con la complicità della Casa degli Artisti di Perugia, la collaborazione del Comune di Perugia e con la curatela del noto critico Andrea Baffoni, si avvale di un raffinato progetto di allestimento del collega e amico Paolo Ballerani. Resterà aperta fino alla Festa della repubblica del 2 giugno.

foto S. Allegrini - Fausto Minestrini racconta il suo cursus honorum alla Sala Cannoniera

Il titolo “Memorie e mutazioni” si lega a questioni di forma e di contenuto. Nelle tele, insieme a brandelli di materiali poveri (iuta, cascami di pelli, ritagli e frattaglie) sono incollati, e decantati in liriche suggestioni, carte d’archivio, lettere, cartoline, atti notarili, testamenti appartenuti a soldati della seconda Guerra mondiale. C’è, in quei lacerti, una congerie di histoires de vie. Tante microstorie dalle quali sgorga e si decanta la Storia maiuscola di popoli e civiltà.
Il pensiero di quelle persone si veste di universalità, nella persuasa condivisione dell’avventura esistenziale.
È un passato che si materializza nella contemporaneità. Dove si disvelano i conflitti che albergano fuori e dentro di noi.
Ed eccoci alla mutazione. Spesso soltanto apparente. Perché l’hic et nunc non è che l’attualizzazione di un
olim che si fa eterno presente. C’era una volta l’odio insensato e il conflitto. Che dura in un’arida
contemporaneità. Densa di incertezze e fragilità. Insidiose, oggi non meno di ieri.

Nella mostra di Minestrini l’eco di Maestri umbri come Burri e De Gregorio. Ma c’è anche il portato di una tecnica e di un sentire che non ammette mimesi, ma solo rimandi. Un catalogo prezioso, edito dall’associazione culturale “La Casa degli artisti”, racconta questo percorso attraverso le foto del genio di Paolo Ficola. Non senza citare biografia e bibliografia esaustive di un artista che, insieme a una piena maturità, esibisce una straordinaria forza espressiva e un’incredibile freschezza giovanile.

Per visitare su appuntamento tel. 348.2803035 – lacasadegliartistipg@gmail.com

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