Progetti nuova vivibilità Fontivegge Perugia legati ad un filo

500 milioni per le periferie degradate di 118 città capoluogo di provincia

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Progetti nuova vivibilità Fontivegge Perugia legati ad un filo –  da Giampiero Tamburi (Perugia: Social City) Il 14 novembre 2014, il nostro sindaco Andrea Romizi, in una conferenza stampa così dichiarava: “Se non riusciremo a restituire sicurezza e vivibilità al quartiere di Fontivegge questa amministrazione avrà fallito uno dei suoi obiettivi principali. Sono pronto a giocarmici la faccia” e continua, “entro un anno i cittadini del quartiere vedranno i primi risultati in termini di vivibilità”, “Non esistono le scorciatoie. Vogliamo risolvere problemi radicati e vogliamo farlo in maniera duratura per le prossime generazioni. I nostri saranno interventi strutturali e non certo degli spot”.

Il degrado urbano non che il precario decoro, la labile sicurezza di alcune zone e quartieri, maggiormente nei confronti di altri, ha camminato sempre e lo sta facendo anche ora, di pari passo con molte delle nostre passate amministrazioni comunali; questo qualunque cittadino, se considera lo stato delle cose con obbiettività di giudizio al di fuori da eventuali pregiudizi politici, lo può testimoniare senza tema di essere smentito.

La faccia, senza andare a cercare lontano, l’ha giocata e persa anche il precedete sindaco, Wladimiro Boccali, il quale, nella sua campagna elettorale, per il rinnovo del Consiglio del 2014, la lotta al degrado ed alla mancanza di decoro, la sicurezza urbana e gli spazi verdi fruibili, sono stati alcuni dei suoi fondamentali argomenti, nonché “cavalli di battaglia”i quali, per i mancati interventi sanatori durante il suo mandato, sono stati i motivi che hanno convinto la maggioranza degli elettori a non rinnovargli la fiducia.

Ora, alla Giunta Romizi, dopo svariati tentativi e progetti che, in verità, la maggior parte non hanno dato quell’esito che avremmo sperato, sta capitando una occasione da prendere al volo! Una occasione data dalla messa in opera del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, finalizzato alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate che, il Governo, per la sua realizzazioneha stanziato ben 500 milioni di euro per l’anno 2016.

Si, avete capito bene: 500 milioni per le periferie degradate di 118 città capoluogo di provincia e per le città metropolitane di tutta Italia (naturalmente per quelle che ne faranno richiesta e non saranno poche)! 500 milioni che rappresentano una “folata di brezza marina” sicuramente non capace neanche di muovere una foglia, dove sarebbe necessario un uragano solo per intaccare il degrado delle periferie delle nostre città; considerandola questione in generale! Se, invece, vogliamo valutarla dal punto di vista di Perugia, c’è da domandarsi quante possibilità reali abbiamo di essere presi in considerazione e di vederci assegnato uno “spicchio di torta”!

Praticamente noi, come Perugia, capoluogo di una provincia tra le più piccole, dovremmo competere con il degrado delle periferie di altre città tra cui Roma, Milano, Ancona, Bologna, Cagliari, Genova, L’Aquila, Napoli, Palermo e giù giù per un totale di 118 capoluoghi e varie città metropolitane dove esiste una situazione tale che a confronto la nostra, seppur molto grave per noi, nel contesto del tutto è paragonabile al paradiso in terra? Quale percentuale di speranza abbiamo noi per chiedere ed ottenere un finanziamento per un totale di 3.870.000 circa di euro, occorrenti a soddisfare i quattro progetti deliberati dalla Giunta Romizi di recente che, tra l’altro, riguardano solo Fontivegge e dove, necessariamente al resto, occorrerebbe dare anche un’occhiata ad altre realtà precarie della nostra città? Andando ad analizzare tali progetti ed il loro costo per la realizzazione e cioè:

“Il primo, 1.400.000 euro, la realizzazione della “Biblioteca delle nuvole”, con laboratori per arti grafiche e multimediali. Il secondo, 300.000 euro, recupero, per assegnarlo alla Croce Rossa Italiana, della palazzina di proprietà della Rete ferroviaria Italiana. Il terzo, 440.000 euro, creerà uno spazio “co-working”, per le attività professionali giovanili, realizzabile nel portico dell’ex Upim. Il quarto, 1.730.000 euro, più consistente sia nel costo che nell’importanza dei bisogni sociali, il quale prevede, tra le altre cose, una sala per Family hub, una sala polivalente, e la demolizione, per ricostruirlo con criteri più moderni ed adeguati alle esigenze delle nuove funzionalità, un centro anziani”, ci si rende conto di quanto questo modo di procedere, per la loro realizzazione, sia legata a fattori che sfuggono alla nostra esclusiva volontà .

Progetti indubbiamente grandiosi e di notevole impatto per dare alla città una svolta necessaria a garantire una vivibilità decorosa, persa negli anni passati, vuoi per la naturale evoluzione della medesima, vuoi per la noncuranza nell’affrontarla della varie amministrazioni succedutesi.

Progetti, però, la cui realizzazione è legata ad un filo, subordinata all’accoglienza delle richieste che noi, dopo il 29 di questo mese, data di scadenza, presenteremo alle autorità competenti le quali, se valuteranno, di natura più necessaria altri di altre realtà, e, di conseguenza, la non necessità di quelli di Perugia, resteranno solo dei progetti che cadranno nel cassetto dei sogni da realizzare e, per le scarse risorse, fatte sempre presenti dal Comune, dovranno aspettare ancora per chissà quanto tempo e le situazioni, per nostra sfortuna, resteranno ancora come sono ora, se non peggioreranno addirittura.

Possiamo riporre tutta la nostra speranza per ridare dignità ad un quartiere, che socialmente è ridotto ai minimi termini, alla valutazione di organi statali che tutto hanno a cuore meno che le sorti della nostra città?



 

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