Piano di riequilibrio Terni, il Ministero riporta alla realtà le furbizie

Melasecche: "Si continua a manipolare le cifre in base ad una certa cultura della impunità"

Polemiche meschine, Melasecche, nessuno si è aumentato un euro
Enrico Melasecche

Piano di riequilibrio, Terni, il Ministero riporta alla realtà le furbizie
Da Enrico Melasecche (consigliere comunale)
TERNI – Continuare a nascondere debiti costituisce un accanimento terapeutico pericolosissimo. Non si può continuare a giocare con il fuoco, convinti di poter continuare nella impunità. Abbiamo scritto in tempi non sospetti che il totale dei debiti straordinari, oltre alla massa del debito ordinario, è costituito da varie voci: gennaio 2015, disavanzo c.d. tecnico ma politico a tutti gli effetti di 54 milioni, due disavanzi di parte corrente nei bilancio 2015 e 2016, rispettivamente di 3,5 e 3 milioni, debiti fuori bilancio da poche settimane ammessi dalla giunta di circa 8 milioni, salvo sorprese dalla liquidazione di alcune partecipate. Il tutto somma a circa 70 milioni, una cifra stratosferica per un comune come Terni.

Ebbene, una volta che il sindaco ha deciso di impostare il piano di rientro dal predissesto in cinque anni ne deriva la necessità di includere nel piano tutti i debiti di cui sopra con un onere che avevo calcolato di circa 5 milioni l’anno dal 2017 al 2021compreso, oltre alle 24 rate residue fino al 2045 relative al disavanzo di 54 milioni del gennaio 2015. che la stessa è stata costretta a far emergere dal 2015 e che somma a circa 70 milioni di euro, la stessa giunta non poteva che trarne le conseguenze, presentando un piano di rientro, necessariamente lacrime e sangue, di circa 5 milioni l’anno, 25 milioni nel quinquennio 2017-2021, oltre a far carico ai ternani dal 2022 al 2045 delle residue 24 rate da 1.830.000 euro circa relative al disavanzo, dichiarato a gennaio 2015. Il Ministero ritiene evidentemente che il piano non ricomprenda tutti i debiti reali.

Si continua a manipolare le cifre in base ad una certa cultura della impunità. I Revisori dei Conti anche questa volta non fanno bella figura perché avrebbero dovuto loro fare gli stessi rilievi del Ministero, prima del Ministero, sottolineando le molte criticità del piano e, invece di firmare il placet, obbligare la giunta ad assumersi in toto le proprie responsabilità, rivedendo il documento, come sta facendo il Ministero. Illogicità manifesta è quella che rileva numerosi dubbi ed opacità, come fanno i Revisori, ma poi firma comunque un parere positivo. Il Ministero fa emergere, da un lato rilievi pesantissimi, dall’altro chiede chiarimenti e documenti che secondo me porteranno ad ulteriori significativi rilievi.

Veniamo ai dettagli. L’aver escluso dal piano, come sostiene il Ministero, le rate annuali da 1.830 del primo disavanzo del gennaio 2015 è cosa che, se non l’avessimo scritto e riscritto, potrebbe apparire frutto di dilettantismo. Inoltre l’aver escluso il disavanzo 2016 con la scusa che il consuntivo non è stato ancora approvato è segno di ben poca affidabilità, nella speranza che nessuno se ne accorgesse. Infatti il Ministero chiede il preconsuntivo 2016 che, a detta dello stesso assessore Piacenti, si preannuncia con una altro disavanzo corrente. In sostanza un debito nel debito in una sorta di catena di S. Antonio che va interrotta una volta per tutte.

Domattina in III Commissione si apre la informativa sul DUP ma la lettera del Ministero sarà necessariamente argomento scottante perchè quelle osservazioni obbligheranno il sindaco a prendere provvedimenti finora negati. Caso singolare il fatto che la dirigente al Bilancio è in ferie di prepensionamento con una giunta che non ha previsto per tempo la sua sostituzione, nonostante il mare in tempesta. Chiederò una audizione urgente di nuovo con gli stessi Revisori dei Conti affinché si assumano anche loro le proprie responsabilità alla luce delle osservazioni dei tecnici del Ministero.

Giunti a questo punto quei consiglieri di maggioranza che hanno votato il piano di rientro, salvo i tre assenti che evidentemente non condividevano quell’atto, dovranno rendersi conto che non basta approvare il solito “atto di indirizzo paracadute” a tutela delle proprie responsabilità, perché, come ho dichiarato in aula, quando si è perfettamente coscienti che una delibera è falsata in modo sostanziale la colpa da lieve diventa grave e dovranno risponderne, oltre che politicamente di fronte alla città, anche personalmente di fronte a chi di dovere.

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