Gesenu, arrestato Sassaroli, ecco truffa aggravata ai danni di enti pubblici VIDEO

I servizi non venivano svolti, ma attraverso artifizi e raggiri erano solo simulati, e puntualmente fatturati e pagati dai Comuni

Gesenu, arrestato Sassaroli, ecco truffa aggravata ai danni di enti pubblici PERUGIA – Associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, inquinamento  ambientale,  truffa  aggravata ai  danni di  enti  pubblici,  frode nel  commercio e nelle pubbliche forniture, violazione alle prescrizioni  ambientali, è l’esito  di una lunga indagine del corpo Forestale che ha portato all’arresto del vertice della Gesenu, Giuseppe Sassaroli e  di 14 persone indagate.

Le illegalità riscontrate dal personale del Corpo forestale dello Stato durante l’operazione denominata “Spazzatura D’oro Connection” sono numerose. In particolare parliamo di truffa milionaria per smaltimento illegale di rifiuti ai danni degli enti pubblici territoriali, titolari di contratto con la GEST che svolge attraverso GESENU e TSA, in Umbria, il servizio per la gestione integrata dei rifiuti. Tali servizi non venivano svolti, ma attraverso artifizi e raggiri erano solo simulati, e puntualmente fatturati e pagati dai Comuni.


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I servizi non svolti riguardano: l’omesso trattamento dei rifiuti nell’impianto di Ponte Rio, il mancato recupero della FOU nell’impianto di compostaggio di Pietramelina, la mancata biostabilizzazione della frazione umida nell’impianto a bioreattore di Borgoglione, l’illecito smaltimento del percolato e del concentrato nelle due discariche. Tali omissioni sono state rese possibili anche grazie alla collaborazione, in alcuni casi, di laboratori di analisi compiacenti.

Il personale del NIPAF di Perugia ha iniziato nel 2013 una serie di indagini partite da alcune denunce che documentavano gravi reati ambientali legati alla gestione illecita di rifiuti di alcuni impianti. Grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, telecamere nascoste di videoregistrazioni, appostamenti e pedinamenti, successive perquisizioni e sequestri documentali ed informatici, esame di documentazione e raccolta di numerose testimonianze e consulenze di CTU è stato possibile portare alla luce non solo la truffa allo stato ma anche lo smaltimento illegale effettivo dei rifiuti.

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