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Il piccolo Mochi: una storia di abbandono e speranza
Il piccolo Mochi – L’ 8 ottobre, una domenica mattina, un piccolo cane nero focato è stato investito e abbandonato a bordo strada a Gubbio, in Umbria. Questo atto di mancato soccorso, scrive la collega Ernesta Cambiotti in un toccante comunicato, che è un reato anche quando riguarda gli animali, ha messo in luce la dura realtà dell’abbandono degli animali e della mancanza di rispetto per la loro vita.
Nonostante Gubbio sia una terra francescana, sembra che l’amore per gli animali non sia radicato in tutti i suoi abitanti. Le campagne sono piene di serragli, cani detenuti in terrazzi senza alcun riparo, e molti cani vagano liberi e incustoditi, molti dei quali senza microcip.
Purtroppo, capita spesso che questi cani vengano investiti e le loro povere carcasse vengano lasciate ai bordi delle strade, a volte per giorni. E se sono feriti, si deve sperare che l’accalappiacani di turno non sia occupato in altri interventi, dato che deve coprire un’ampia area dell’Umbria.
Con tutti i problemi che la sanità regionale deve affrontare, non è facile gestire anche il servizio veterinario. Eppure, gli animali hanno bisogno di protezione e non basta scrivere le norme se poi non ci sono i mezzi per farle rispettare.
Tra le tante storie di abbandono, c’è quella del piccolo Mochi, un cane di circa 8 anni, senza microcip, che è stato investito a Monteluiano di Gubbio. Quando è stato soccorso, aveva una zampa penzolante e era così spaventato e dolorante che si è infilato sotto un’auto e cercava di mordere chiunque gli si avvicinasse. Nessuno lo ha cercato.
Ora Mochi è al canile sanitario di Gubbio, in attesa di un’adozione del cuore. Probabilmente gli verrà amputata la zampa, a causa delle lesioni vecchie e nuove. Per informazioni sull’adozione di Mochi, è possibile contattare i volontari ai numeri 320 1588055 – 334 5006776 – 334 5006776.
Questa storia toccante ci ricorda quanto sia importante cambiare la mentalità, insegnare il rispetto per la biodiversità e proteggere i più deboli, a prescindere dal fatto che abbiano due gambe o quattro zampe. La vera civiltà, quando si tratta dei più deboli, è ancora lontana, ma storie come quella di Mochi ci ricordano che ogni piccolo passo conta.
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