Battaglia Giudiziaria tra Css, Cementerie e la Procura

Le autorizzazioni contestate sollevano preoccupazioni sulla mancata Valutazione di Impatto Ambientale (Via)

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valeria passeri

Battaglia Giudiziaria tra Css, Cementerie e la Procura

Battaglia Giudiziaria – Una controversia legale sta scuotendo la regione dell’Umbria in merito alle autorizzazioni concesse per la combustione di combustibile solido secondario (Css) all’interno delle cementerie di Gubbio. La Procura ha aperto un’indagine sulla questione, ma ha successivamente richiesto l’archiviazione del caso.

L’autorizzazione per la combustione di combustibile solido secondario presso le cementerie di Gubbio è stata concessa senza adeguati elementi di valutazione degli impatti sulla salute umana e sull’ambiente. In particolare, manca la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), un passaggio fondamentale per valutare gli effetti ambientali di tali operazioni. I comitati cittadini hanno sollevato questa preoccupazione in una battaglia legale che ha raggiunto un punto di svolta.

La questione coinvolge direttamente la vita delle persone e delle famiglie che vivono nelle vicinanze di queste cementerie. La disputa ruota attorno ai rifiuti trasformati in combustibile solido secondario destinato ad essere incenerito nelle cementerie di Gubbio. La Procura di Perugia ha inizialmente aperto un’indagine, ma successivamente ha chiesto l’archiviazione del caso.

Tuttavia, i 20 soggetti che hanno presentato un esposto il 5 maggio 2022, con diffida ai responsabili amministrativi del processo autorizzativo da parte della Regione e della Provincia di Perugia, hanno ora presentato opposizione. L’avvocato Valeria Passeri, nota per il suo impegno in questioni ambientali, ha guidato questa opposizione.

Secondo Passeri, le cementerie Barbetti e Colacem avrebbero erroneamente seguito il procedimento previsto dal comma 3 dell’articolo 35 del decreto legge 77/2021, che ha consentito l’uso di Css nelle cementerie come parziale sostituzione del pet coke. Tuttavia, avrebbero dovuto invece seguire il procedimento del comma 2, essendo coinvolte in attività di recupero dei rifiuti già dal 2007. Questa discrepanza avrebbe dovuto scatenare la necessità di una Valutazione di Impatto Ambientale, ma questa valutazione non è stata mai effettuata.

Gli oppositori alla decisione sottolineano che le cementerie hanno effettuato la raccolta dei rifiuti negli ultimi 16 anni, come evidenziato nei rapporti del 2018 per Colacem e del 2013 per Barbetti. Tali rapporti indicano che le cementerie stavano già bruciando questi materiali prima di aggiungere il pet coke, il quale ha comportato cambiamenti significativi nelle emissioni in atmosfera. Pertanto, sostenendo che le emissioni avrebbero dovuto essere rivalutate, gli oppositori richiedono una “punitura” per i funzionari della Provincia di Perugia e della Regione Umbria che hanno concesso l’autorizzazione senza la necessaria Via.

Tuttavia, la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura si basa sulla considerazione che gli elementi acquisiti finora non sono sufficienti a sostenere le accuse contro gli amministratori e i tecnici coinvolti nel processo autorizzativo. La questione rimane al centro di una battaglia legale in corso, con richieste di indagini aggiuntive per valutare la necessità o meno di una Valutazione di Impatto Ambientale. La controversia evidenzia le sfide e le preoccupazioni legate alla gestione dei rifiuti e all’impatto ambientale nelle comunità locali.

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