Covid: Valentini (Gemelli), ‘troppi bimbi intubati, rischi alti per prematuri’

Bambino gravemente ustionato trasferito in elisoccorso a Roma

Covid: Valentini (Gemelli), ‘troppi bimbi intubati, rischi alti per prematuri’

“Sicuramente dal periodo natalizio c’è stato un aumento. Tanti bambini hanno avuto bisogno di ventilazione meccanica”. Così Piero Valentini, responsabile di Malattie infettive pediatriche del Policlinico Gemelli di Roma in un’intervista al ‘Il Messaggero’.


Fonte Adnkronos


Come mai si ammalano anche i più piccoli? “In grandissima percentuale i figli di donne che hanno avuto il Covid in gravidanza non si infettano, una trasmissione intrauterina non c’è. Può esserci invece una trasmissione dalla mamma al bambino, se la mamma è positiva al momento del parto”, chiarisce.

Il virus li può colpire in modo preoccupante? “L’infezione si comporta sulla falsariga di quello che accade per i più grandi. Ci sono bambini che sono positivi, ma sono asintomatici – risponde – Alcuni possono avere viceversa un quadro sintomatico, quindi con interessamento respiratorio, che può avere necessità di un supporto di ossigeno. Il bambino magari tende a desaturare, ma senza stretta necessità di andare in una terapia intensiva. Ci sono casi, viceversa, molto più importanti, di bambini che hanno avuto danni più gravi. Ricordiamo – aggiunge – che nelle forme importanti di covid, si innesca un meccanismo di microtrombosi dei microcircoli e quindi chiaramente ci possono essere danni a livello dei vari organi”.

Anche i neonati possono finire intubati? “Assolutamente sì. Anche se bisogna capire per quale motivo sono intubati, se in virtù del covid oppure se ci sono comorbidità che chiaramente favoriscono un decorso di questo genere – osserva Valentini – Seppure le percentuali di sorveglianza siano decisamente molto più basse rispetto all’età avanzata, questi bambini si possono ammalare parimenti. A maggior ragione, se ci sono delle condizioni di base che li predispongono alla fragilità. Oppure se un bambino ha una patologia metabolica o degenerativa”.

I bambini che nascono prematuri sono più a rischio? “Certo. È chiaro che un bambino può soffrire di complicanze respiratorie proprio per il fatto di essere nato prima – risponde Valentini – Se viene contagiato dal virus che colpisce l’apparato respiratorio il rischio aumenta. Di per sé, questi bambini hanno un rischio aumentato di complicanze respiratorie, proprio perché il loro apparato respiratorio è immaturo in alcune sue funzioni, per cui di per sé andranno incontro maggiormente a un quadro clinico complicato”.

Di bimbi ricoverati ce ne sono tanti? “Sicuramente dal periodo natalizio c’è stato un aumento di casi – rimarca Valentini – Stiamo viaggiando nel nostro reparto mediamente con 5-6 bambini ammalati di Covid ogni giorno. Dobbiamo però precisare che possono esserci soggetti che sono entrati in ospedale per traumi, per problematiche ortopediche, e facendo gli esami sono risultati positivi. Si tratta insomma di soggetti contagiati che non hanno nessuna patologia correlata al Covid, sono cioè asintomatici. Ma ci sono altri bambini che viceversa sono arrivati per sintomi respiratori o sindromi intestinali e sono risultati positivi; in quel caso la relazione con il Covid è evidente”.

Che sintomi hanno? “Ci sono percorsi assolutamente differenti – prosegue – C’è chi si fa un quadro tutto sommato simil-influenzale, ha la febbre, un po’ di difficoltà respiratoria. Si tratta di disturbi che si risolvono nel giro di pochi giorni. Ma c’è chi invece avendo magari situazioni di comorbidità o di predisposizione può essere trasferito anche in terapia intensiva e aver bisogno di ventilazione meccanica, di supporto di ossigeno”. Come si fa a proteggerli? “Più ci si vaccina, più si dà la possibilità di proteggere i bambini e limitare la circolazione del virus in età evolutiva. Se un genitore ha dubbi, è bene che si rivolga al più presto a chi può aiutarlo a comprendere come è fatto il vaccino e come funziona”, conclude Valentini.

1 Commento

  1. Da due anni a venire qua i bambini, quelli da 0 a 10 anni che hanno subito conseguenze serie dal covid, rappresentano una percentuale infinitamente irrisoria. E purtroppo erano casi di sfortunati con patologie molto, ma molto gravi. Ad inizio inverno sono stati documentati incrementi nell’ ospedalizzazione di infanti, ma per bronchiolite, che non è proprio la stessa cosa.

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