Pensioni d’oro ai politici, spesa oltre 4 milioni l’anno
Nel 2024, gli assegni vitalizi degli ex consiglieri regionali hanno superato i 4 milioni di euro, confermando un incremento costante. La spesa per queste pensioni rappresenta il 22,2% del bilancio del Consiglio regionale, che ammonta a circa 18 milioni di euro. Lo scrive oggi Michele Nucci sulla Nazione Umbria.
L’incremento degli assegni è legato a una norma speciale che adegua i vitalizi all’inflazione, garantendo aumenti costanti, mentre i salari di molti lavoratori subiscono riduzioni o stagnazione. Negli ultimi due anni, l’aumento medio è stato del 13,6%, con un incremento del 4,3% nel 2024. I dati ufficiali mostrano che la spesa complessiva per i vitalizi è passata da 3.544.711 euro nel 2022 a 3.861.955 euro nel 2023, fino a 4.029.171 euro nel 2024.
Attualmente, 98 ex consiglieri o coniugi di politici deceduti percepiscono un assegno vitalizio, con una media annua di 41.113 euro lordi, pari a 3.426 euro mensili. A questi si aggiungono tre ex consiglieri con vitalizio sospeso perché ricoprono incarichi istituzionali: Enrico Melasecche, esponente della Lega, Fiammetta Modena, attualmente nel Governo Meloni, e Franco Zaffini, senatore di Fratelli d’Italia.
Tra le nuove assegnazioni compare Massimo Monni, ex consigliere tra il 2010 e il 2015, che percepisce 2.422 euro al mese. I dati pubblicati dal Consiglio regionale evidenziano come i vitalizi più alti restino nelle mani di alcuni ex esponenti politici. Maurizio Rosi guida la classifica con un assegno salito da 7.352 euro a 7.749 euro al mese. Seguono Massimo Mantovani, passato da 6.790 euro nel 2023 a 7.346 euro nel 2024, Lamberto Bottini con un incremento da 6.883 a 7.254 euro, e Ada Girolamini, che ha visto crescere il suo vitalizio da 6.220 a 6.556 euro.
Anche Ada Spadoni Urbani e Alfredo De Sio superano la soglia dei 6.000 euro mensili, con assegni rispettivamente di 6.489 e 6.189 euro. Sul fronte opposto, i vitalizi più bassi spettano a Alberto Goracci, con 1.583 euro al mese, e Giovanni Zaganelli, che percepisce 1.214 euro.
L’adeguamento automatico all’inflazione continua a garantire aumenti, sollevando polemiche sulla sostenibilità del sistema, soprattutto in un periodo di difficoltà economiche per molti cittadini.
Fa molto bene il giornale a pubblicare questi dati perchè testimoniano il fatto che ci sono trattamenti di favore che non hanno alcuna giustificazione. Dati che spiegano anche perchè certi personaggi facciano di tutto e di più, in occasione delle elezioni, per essere eletti, cioè per far parte della casta dei privilegiati. Inoltre, in molti casi sono persone che non riuscirebbero in alcun modo a raggiungere certi emolumenti con la propria attività lavorativa al difuori della politica. E questo è uno degli aspetti che dovrebbe far riflettere gli elettori quando si recano alle urne. Attenti ai professionisti della politica perchè, purtroppo, sono spesso solo degli imbonitori.