Chiusa RSA nel Ternano, irregolarità
scoperte dai Carabinieri portano alla revoca
Chiusa RSA – La RSA di Marmore, nel Ternano, ha chiuso i battenti a seguito di un serrato controllo effettuato dai Carabinieri, il 30 gennaio. L’ispezione condotta dal Nucleo anti sofisticazione ha rilevato diverse irregolarità nell’erogazione dei servizi, portando all’immediata revoca dell’autorizzazione al suo funzionamento. L’istituzione, dedicata all’assistenza di anziani autosufficienti, aveva operato ininterrottamente per sette anni.
Il sopralluogo ha evidenziato criticità significative, tra cui la mancanza del certificato sanitario attestante lo stato di autosufficienza degli ospiti. Inoltre, non era stata attivata la presenza del medico di medicina generale, requisito essenziale per il controllo dell’Usl. Il registro dei presenti risultava non aggiornato, e l’organizzazione delle aree letto e delle sale polifunzionali non era conforme alle normative vigenti.
La decisione di revocare l’autorizzazione è stata presa dal Comune attraverso la Direzione al welfare, la quale ha immediatamente informato non solo gli interessati diretti ma anche la Regione, i Nas, l’Ispettorato del lavoro, la Usl Umbria 2, la Polizia locale e la Conferenza della zona sociale 10.
Conseguenza diretta di questa chiusura è il trasferimento obbligatorio degli anziani ospiti entro 60 giorni. Una decisione che, sebbene necessaria per garantire il benessere degli assistiti, pone una sfida logistica e emotiva sia per gli anziani stessi che per il personale coinvolto.
Per i gestori della RSA , la strada del ricorso al Tar sembra essere l’unica opzione rimasta, aprendo un capitolo incerto e controverso sul futuro della struttura. Mentre le indagini delle autorità competenti continuano, la vicenda della chiusura della RSA getta luce su questioni cruciali riguardanti la qualità e la sicurezza dei servizi offerti agli anziani nelle strutture di assistenza.
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