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Chiusura del circuito museale di Perugia e abbandono del progetto di San Francesco al Prato
L’interrogazione a risposta immediata relativa alla “chiusura del circuito museale di Perugia e abbandono dei progetto di San Francesco al Prato”, presentata dal consigliere regionale Tommaso Bori (Pd), è stata discussa questa mattina dall’Assemblea legislativa dell’Umbria. Durante la sessione di question time, il consigliere di opposizione ha illustrato l’atto ispettivo spiegando che “ il sistema museale del Comune di Perugia è inserito nel sistema museale della Regione Umbria.
Con il bando di gara del 2/8/2016 e con la relativa procedura dì affidamento il Comune di Perugia ha assegnato alla società Munus s.r.l. Arts & Culture il servizio di gestione dei servizi per il pubblico nel circuito museale comunale (Cappella San Severo, Palazzo della Penna, Complesso Templare di San Bevignate) per tre anni, poi prorogati per ulteriori tre, fino a gennaio 2023. Nelle more di espletamento della procedura di gara per l’individuazione di un nuovo contraente, la proroga della concessione è stata prorogata fino al 31 luglio 2023.
La Munus srl ha partecipato, da sola, al bando per poi rinunciare il 20 giugno. Ciò ha comportato l’annullamento della procedura di affidamento e la chiusura, dal giorno 23 giugno 2023, delle strutture museali su indicate. A seguito della rinuncia delia Munus s.r.l. alla partecipazione alla gara in corso è stata disposta la chiusura della Cappella San Severo, di Palazzo della Penna e del Complesso Templare di San Bevignate. Ciò sta causando ai servizi culturali della città un danno aggravato dal fatto che l’evento si è verificato in un periodo di forte presenza turistica e di grandi eventi internazionali. A ciò deve aggiungersi anche la situazione di disagio di una decina di lavoratori dipendenti della Munus s.r.l., privati dei loro incarichi. La società ha inoltre comunicato il recesso anche dal servizio di conduzione del sito di San Francesco al Prato, con il conseguente slittamento della riapertura del complesso monumentale almeno a dopo l’estate 2023.
Già nel 2017 i consiglieri comunali del Partito Democratico avevano più volte denunciato anomalie nella gestione dei sistemi museali e del servizi appaltati del Comune di Perugia. In diverse occasioni, anche attraverso conferenze stampa, avevamo infatti espresso perplessità in merito al cambio di gestione del circuito museale perugino, composto dalla Cappella di San Severo, dal Museo civico di palazzo della Penna e dal Complesso di San Bevignate. Nonostante le nostre denunce il Comune di Perugia aveva deciso di andare avanti con l’affidamento della gestione dei servizi museali alla società Munus srl. Vista la gravità della situazione, la Giunta regionale dovrebbe spiegare se, nei limiti della propria competenza, intende portare avanti iniziative in considerazione del danno al sistema museale di Perugia e, di conseguenza, al comparto turistico, e, nel caso, come ha intenzione di porvi rimedio”. L’assessore Agabiti ha risposto che: “Il Comune di Perugia ha comunicato al Servizio regionale competente lo scorso 23 giugno la chiusura temporanea dei musei del comune di Perugia a causa dell’improvviso recesso del gestore dei servizi.
A seguito di ciò, la Regione ha immediatamente cercato di capire l’accaduto. Gli uffici comunali hanno precisato che a seguito dell’improvviso recesso della societa Munus era stato incaricato l’ufficio legale del Comune per individuare, tramite l’avvio di una procedura pubblica d’urgenza un nuovo soggetto gestore.
Il sette luglio scorso il Comune ha individuato la nuova società di gestione, Coop Culture, con cui sono stati stabiliti accordi sino al termine dell’anno in corso per la riapertura e gestione temporanea dei musei civici, i quali sono stati riaperti il 14 luglio. Quindi anche se la gestione dei musei non rientra nelle competenze della Regione, come amministrazione ci siamo comunque subito attivati per l’immediata riapertura di importanti luoghi della cultura. Rispetto ai lavori del Turreno siamo in costante contatto con il Comune di Perugia per l’avvio del primo stralcio funzionale, garantendo come Regione la totale copertura per la riqualificazione della struttura. Su san Francesco al Prato abbiamo lavorato e stiamo portando avanti tutte le progettualità condivise con il Comune”. Nella replica, Bori ha detto che la risposta non può soddisfare nessuno.
L’abbandono è avvenuto durante il periodo estivo e turistico di una realtà scelta dal Comune e la chiusura di tutti i musei quando i turisti erano ovunque. Accanto a questo c’è un danno alla cittadinanza, poiché la cultura oltre ad essere un fattore economico è anche un fattore di crescita culturale e sociale, venuto meno per un lungo periodo e per gravi errori. Oltre a ciò, ad oggi, ancora, nonostante siano passati dieci anni, i principali attrattori della convegnistica che della cultura diffusa rimangono ancora chiusi”.
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