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Caldo estremo, c’è rischio per la salute di chi lavora
I cambiamenti climatici hanno un impatto significativo su diversi aspetti della vita delle persone, comprese le condizioni di lavoro. Questo è particolarmente vero nei settori come l’edilizia, in cui i lavoratori sono direttamente esposti ai fenomeni meteorologici, come l’attuale ondata di caldo estremo. Pertanto, il tema dei cambiamenti climatici e i loro effetti sulla salute e la sicurezza dei lavoratori è al centro del seminario organizzato stamattina presso la Camera del Lavoro di Perugia dalla Fillea Cgil dell’Umbria.
L’evento ha visto la partecipazione di importanti figure istituzionali e sindacali, tra cui Amedeo Di Filippo, direttore amministrativo dell’Arpa Umbria, Alessandra Ligi, direttrice dell’Inail Umbria, Roberto Panico, coordinatore regionale dell’Inca Cgil Umbria, Giorgio Miscetti, direttore della SC Prevenzione negli Ambienti di Lavoro della Usl Umbria 1, Domenico Taschini, responsabile relazioni industriali di Confindustria Umbria, Gianni Fiorucci, segretario della Cgil Umbria, e Giulia Bartoli, segretaria nazionale della Fillea Cgil.
“Come Fillea ci siamo posti il problema, ascoltando le segnalazioni dei lavoratori che quotidianamente ci indicano le difficoltà di lavorare con temperature molto alte o in condizioni climatiche estreme”, afferma Elisabetta Masciarri, segretaria generale della Fillea Cgil dell’Umbria. “È nel nostro DNA sindacale cercare di migliorare le condizioni di lavoro, anche dal punto di vista ambientale, nelle fabbriche e nei cantieri. È evidente che ci sono lavori che, per loro natura, implicano l’esposizione ad agenti atmosferici, come nel caso dell’edilizia, ma ci sono molte azioni che possono essere messe in atto per migliorare la situazione, a cominciare dalla consapevolezza dei rischi e dalla prevenzione”.
Secondo l’Inail, in Italia si registrano circa 5200 infortuni sul lavoro all’anno legati allo stress termico. “Purtroppo, la percezione del rischio legato ai fenomeni climatici, come il caldo estremo, tra i lavoratori è ancora bassa”, sottolinea Giulia Bartoli della segreteria nazionale Fillea Cgil. “Questa situazione ci preoccupa molto perché gli incidenti da colpo di calore sono ormai ben noti e presenti. Da qualche anno, come Fillea Cgil, sollecitiamo le strutture a prestare molta attenzione a questo tema e a diffondere la consapevolezza dei rischi tra i lavoratori, tenendo conto anche delle loro patologie personali. È importante ricordare che, su nostra richiesta, l’Inps e l’Inail hanno definito la possibilità per le imprese di attivare la cassa integrazione quando la temperatura supera i 35° centigradi. Si tratta di uno strumento importante, anche se purtroppo ancora poco utilizzato”.
L’evento organizzato dalla Fillea Cgil dell’Umbria a Perugia ha evidenziato l’urgenza di affrontare le sfide legate al caldo estremo e ai cambiamenti climatici nel contesto lavorativo. La sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori sono diventate priorità fondamentali per garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro, soprattutto in settori esposti a condizioni meteorologiche estreme come l’edilizia.
la CGIL ignora che in estate fa caldo?? o come già accaduto per i sieri DEVE fare una certa propaganda??? certo è che i miei soldi se li scorda e così tutte le altre sigle beninteso.