Diga Casanuova su Chiascio: dibattito su compensazioni territoriali

Consiglieri regionali della Lega pongono interrogazione sulla situazione dei territori interessati e l'assessore risponde sulle misure di mitigazione.

Diga Casanuova su Chiascio: dibattito su compensazioni territoriali

Diga Casanuova su Chiascio: dibattito su compensazioni territoriali

Diga Casanuova – Nell’ambito della seduta di Question time dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, l’interrogazione a risposta immediata sulle “compensazioni per i territori interessati dalla Diga di Casanuova sul fiume Chiascio”, firmata dai consiglieri regionali della Lega Valerio Mancini, Manuela Puletti e Stefano Pastorelli, è stata discussa oggi. I territori in questione sono i Comuni di Valfabbrica e Gubbio.

Illustrando l’atto ispettivo, Mancini ha spiegato che esso mira a “sapere se possono essere previste compensazioni per i territori dei Comuni di Valfabbrica e di Gubbio, su cui insiste la Diga di Casanuova sul fiume Chiascio. La diga ha generato il ‘Lago di Valfabbrica’, che con la sua disponibilità di 145 milioni di metri cubi annui, è in grado di rispondere alle necessità idropotabili della città di Perugia e di altre città minori, oltreché alle esigenze idriche della maggior parte del territorio irriguo dell’Umbria: circa 65mila ettari territoriali dislocati nella valle Umbra fino a Spoleto, nella valle del Tevere fino a Todi e nelle valli minori dei torrenti Nestore, Caina e Genna. Lo sbarramento sottende un bacino idrografico di 471 Kmq e determina uno specchio lacustre lungo oltre 20 Km esteso su una superficie di 9 milioni di mq. Il progetto iniziale prevedeva un volume accumulabile di acqua pari a 224 milioni di mc, 24 dei quali destinati alla regimazione dei deflussi, 14 agli interrimenti e 186 alla regolazione pluriennale, con ampia elasticità nell’uso plurimo delle acque (irrigazione, uso civile, industriale, ecologico). A seguito dell’entrata in vigore di nuove normative antisismiche, si prevede un accumulo massimo temporaneo di circa 52 milioni di metri cubi di acqua”.

L’assessore Roberto Morroni ha risposto che “il progetto esecutivo della diga venne approvato nel 1973. I lavori principali iniziarono nell’81 e finirono nel ’94. Nel 2001 è stato fatto il collaudo amministrativo e quello tecnico è invece tuttora in corso. Non ci sono disposizioni che prevedano compensazioni territoriali per la realizzazione di grandi dighe. La normativa sulla Via, del 1985, prevede compensazioni ma è successiva al progetto della diga. La Regione nel 2022 ha concesso di derivare 2mila litri al secondo per alimentare una piccola centrale idroelettrica. Per questo motivo l’Ente acque umbro toscano deve corrispondere 4.864 euro alla Regione e al Comune di Valfabbrica quale sovracanone. Sono previste compensazioni per il Comune relativamente alla porzione di bosco sottratta; opere compensative di mitigazione ambientale in favore del Comune di Valfabbrica, con la realizzazione di un’area verde pubblica e di strutture di supporto per i percorsi pedonali, con impianti di ricarica per auto e bici elettriche”.

Il consigliere Mancini ha replicato che “è stato fatto un sopralluogo sulla diga. C’è una strada che unisce Valfabbrica con l’Eugubino, che però è chiusa. L’Amministrazione di Valfabbrica non conosce il motivo della chiusura, forse legata a un evento franoso verificatosi molto più a valle. La strada viene peraltro percorsa lo stesso da pedoni e ciclisti. Resta il fatto che quel territorio deve dare migliore sostegno a queste comunità”.

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