Coronavirus e inquinamento, studio ARPA e impatto sull’Umbria
Di Rossano Pastura
I provvedimenti dell’emergenza Covid-19 hanno influenzato in parte la riduzione degli inquinanti in atmosfera (più per il Biossido di Azoto che per il PM10) ma le condizioni meteo sono state più determinanti.
E’ questa la conclusione di uno studio di ARPA Umbria (http://www.arpa.umbria.it/articoli/qualita-dellaria-ed-emergenza-covid-19-in-umbria ), pubblicato oggi sul sito dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale.
Il legame tra Coronavirus e inquinamento atmosferico sta stimolando molte riflessioni.
L’effetto delle restrizioni alla circolazione sulla qualità dell’aria e il legame tra inquinamento e diffusione del virus sono oggetto di interpretazioni piuttosto discordi.
Le analisi effettuate circa la correlazione fra diffusione del virus e inquinamento ambientale sembrerebbero confermale che con le restrizioni alla circolazione introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, l’inquinamento in atmosfera si è decisamente ridotto.
I risultati però ci dicono anche che non è così dappertutto e che sull’inquinamento influiscono tutta una serie di elementi che non riguardano solo la ridotta mobilità o la chiusura delle attività.
Il lavoro di Arpa prende in considerazione il periodo che va dal 5 marzo 2020, data corrispondente alla chiusura delle scuole in Italia, al 24 marzo e lo mette in confronto con i dati dell’anno precedente (2019).
I tecnici, coordinati dal dott. Marco Pompei, si sono basati sui dati rilevati dalla Rete Regionale di Monitoraggio della qualità dell’aria.
La Rete è costituita da un sistema di centraline fisse presenti sul territorio regionale e localizzate nelle aree più urbanizzate e/o industrializzate della regione.
Le postazioni prese in esame sono Perugia – via Cortonese e Ponte San Giovanni -, Foligno – via Romana-, Terni – via Carrara e Le Grazie – e Narni Scalo, mentre i parametri presi osservati sono quelli del Particolato PM10 e Biossido di Azoto (NO2).
Osservando le tabelle elaborate da ARPA Umbria, emerge subito un dato: nel periodo oggetto dell’indagine, si evidenzia solo una leggera riduzione in tutte le postazioni nel valore medio del periodo, con l’eccezione in negativo per il PM10 di quelle di Perugia Ponte San Giovanni e Foligno.
La presenza di Biossido di Azoto rileva invece una leggera diminuzione media in tutte le postazioni.
Le percentuali di inquinanti presenti in atmosfera sono state ulteriormente approfondite su base giornaliera. I risultati in questo caso mostrano l’alternarsi di valori più alti e più bassi in rapporto con le condizioni atmosferiche.
L’influenza delle condizioni atmosferiche si dimostra decisiva. Se permangono condizioni che non favoriscono il ricambio d’aria, il particolato può non diminuire nemmeno in presenza di un abbassamento deciso delle emissioni. Una riduzione della circolazione, in presenza di condizioni di stallo atmosferico, ha effetti marginali.
In Umbria la riduzione significativa dei valori negli ultimi giorni, va infatti associata all’irruzione della tramontana.
“L’analisi di questi dati – ha dichiarati Luca Proietti, Direttore Generale di ARPA Umbria -continuerà per tutto il periodo di blocco della mobilità e di chiusura delle attività. Oltre alle polveri sottili si analizzeranno le componenti chimiche presenti nell’aria, al fine di caratterizzarne le fonti.
Al termine dello studio, sarà possibile fornire utili indicazioni per individuare azioni e misure da attuare per migliorare la qualità dell’aria e contrastare l’inquinamento atmosferico”.
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