Bullismo, un ragazzo su 5 se fosse vittima non lo direbbe a nessuno

Bullismo, un ragazzo su 5 se fosse vittima non lo direbbe a nessuno

Bullismo, un ragazzo su 5 se fosse vittima non lo direbbe a nessuno

La IV Commissione consiliare Cultura, presieduta dal consigliere Michele Cesaro, è tornata sulla discussione dei due ordini del giorno su bullismo e cyber-bullismo, presentati dalla consigliera Francesca Renda (Blu) e dalla capogruppo M5S Francesca Tizi, già affrontati in due precedenti sedute, l’11 e il 17 dicembre scorso, con
ulteriori audizioni di esperti.

In particolare, sono intervenuti in commissione, questa mattina, la professoressa Floriana Falcinelli, del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia, il Vice Questore Sergio Russo, dirigente del Compartimento di Polizia Postale, la professoressa Maria Filomia, referente regionale MED (Ass. per l’educazione ai Media e alla Comunicazione), il Presidente del Coni Umbria Domenico Ignozza, Diego Buratta e Rosanna Milone, in rappresentanza della Coop. Soc. Pepita e Matteo Vagnetti per la Consulta provinciale degli Studenti.

Come si ricorderà, nel suo ordine del giorno, la consigliera Tizi invita l’amministrazione ad attivare, in collaborazione con le scuole, interventi mirati di prevenzione del disagio ponendo in essere specifiche azioni culturali, informative ed educative rivolte a tutta la comunità scolastica, comprese le famiglie; a promuovere, presso le medesime istituzioni scolastiche, l’integrazione dell’offerta formativa, anche in collaborazione con enti e associazioni territoriali, esperti del settore e appartenenti alla Polizia Postale, con specifici moduli didattici finalizzati alla prevenzione e al contrasto al bullismo e al cyberbullismo; quindi, a sollecitare gli istituti scolatici affinché si dotino di un regolamento interno relativo ad un corretto utilizzo delle risorse informatiche e, infine, a creare uno sportello di assistenza psicologica presso gli istituti secondari, a disposizione degli studenti, dei genitori, degli insegnanti che desiderino un confronto con un esperto di relazioni e comunicazione tenuto al segreto professionale.

La consigliera Renda, dal canto suo, impegna l’amministrazione a far sì che la Città di Perugia sia promotrice di attività di formazione culturale e tecnica per il personale delle Istituzioni scolastiche, per le famiglie e per i ragazzi, in raccordo con le associazioni che si occupano dei temi del bullismo e della mediazione tra pari con il coinvolgimento dell’Ufficio Scolastico Regionale e dei Consigli di istituto, con l’intento di fornire strumenti socio-culturali atti a prevenire e cogliere già al loro primo manifestarsi i segnali di atti di bullismo e di cyberbullismo al fine della loro prevenzione, nonché di attività di informazione e di sensibilizzazione finalizzate a promuovere la giustizia minorile riparativa, con il coinvolgimento dell’intera comunità.

Chiede, inoltre, di promuovere un tavolo di lavoro, aperto ad associazioni ed esperti, con la finalità di esaminare le possibili azioni in materia di ascolto e sostegno dei ragazzi/e, e agli adulti referenti, con il compito di monitorare l’esperienza svolta e valutare i risultati raggiunti; infine, a comunicare attraverso il proprio Informagiovani e il sito internet istituzionale le iniziative in materia di prevenzione del bullismo nel territorio.

Nel suo intervento la Prof. ssa Falcinelli ha spiegato come la legge offra una prospettiva di prevenzione del fenomeno, di intervento educativo e non solo punitivo, che si fonda su conoscenza, cultura, collaborazione e continuità. “Per aiutare i ragazzi, i genitori e gli insegnanti -ha spiegato- è importante conoscere il problema ma anche le nuove tecnologie; altro elemento importante è dare ai ragazzi un senso profondo della cultura nel senso più ampio del termine, rendendo il ragazzo protagonista del proprio mondo e fare delle discipline che si studiano a scuola strumenti per leggere il mondo.

Altrettanto importante – ha spiegato Falcinelli è la collaborazione, nel senso che un’azione incisiva non può non vedere intorno a un tavolo tutti i soggetti, perché c’è bisogno di un patto formativo importante e di una corresponsabilità.

Infine, -ha concluso- è necessario superare il metodo degli interventi spot, e dare vita, invece, ad un progetto a lungo termine, integrato, che dia continuità al percorso. Alla risposta della consigliera Tizi su cosa può fare il comune in concreto, la professoressa ha suggerito la necessità di farsi promotore di un patto con la cittadinanza, a partire dal Protocollo d’intesa firmato nel 2017 .

Dal canto suo anche il Vice Questore Russo ha sottolineato la necessità del coinvolgimento di tutte le istituzioni e di un approccio preventivo al fenomeno, lavorando con le scuole. “Abbiamo organizzato e in programma una serie di incontri nelle scuole di tutta la regione – ha spiegato- con l’obiettivo di coinvolgere quanti più ragazzi possibile. Anche sugli insegnanti è fondamentale intervenire, perché facciano capire agli studenti quali sono le condotte a rischio e quelle da tenere. Qualche difficoltà in più la troviamo nel coinvolgere i genitori.”

Nel 2019, la Polizia Postale ha organizzato 20 incontri con ben 2600 studenti dalla prima media alla seconda superiore (11/16 anni) che hanno visto la partecipazione anche di 345 insegnanti e una ventina di genitori, che sono stati però più numerosi ai convegni serali (125).

Tra le iniziative che la Polizia Postale ha in programma torneranno, l’11 febbraio, la giornata mondiale della sicurezza in internet e il truck Vita da social, che aa maggio sarà a Spoleto. “Nel 2019 -ha concluso ancora il dott. Russo- abbiamo trattato 5 casi non particolarmente gravi, che hanno riguardato ragazzi di scuola media e che con la collaborazione della scuola stessa e dei genitori hanno avuto effetti contenuti.”

Anche per Maria Filomia, referente regionale MED, la strategia vincente è quella che vede le istituzioni e le agenzie formative lavorare insieme, con iniziative programmate e coordinate. “Ci sono studi che vanno ad individuare quegli aspetti psicologici -ha spiegato- che costituiscono comportamenti predittivi di cyber-bullismo, che diventando automatici, vanno a modificare la struttura della personalità dei ragazzi.”

Un altro aspetto su cui si è soffermata la dott.ssa Filomia è stato quello dell’incidenza dello stile parentale nei comportamenti di bullismo e cyber-bullismo: “rispetto all’essere cyber-vittima – ha precisato – non c’è nessuna correlazione, mentre esiste ed è forte l’incidenza parentale nel possibile cyber-attacco per i figli di genitori che hanno uno stile o troppo autoritario o troppo permissivo.” Ha, quindi anticipato la volontà di organizzare a febbraio una settimana di Med education anche grazie al sostegno del Comune. Per i Presidente del Coni Ignozza, è fondamentale il ruolo dello sport per la prevenzione di questi fenomeni.

“Il 67% dei ragazzi tra i 3 e i 16 anni praticano sport e benché neanche il mondo dello sport ne sia immune, i ragazzi che praticano sport sono in qualche modo vaccinati contro questi fenomeni, perché sono abituati a parlare di valori, a fare sacrifici.

È fondamentale -ha proseguito- riuscire a mettere tutti i soggetti intorno a un tavolo e coordinare le azioni, ed è altrettanto importante dare valore al volontariato sportivo della città, far sentire la propria vicinanza alle associazioni sportive e ai giovani che fanno sport perché anche questo è un modo per combattere le devianze. Dal mio osservatorio -ha concluso- posso confermare che lo sport è in grado di mettere in piedi un progetto di lungo termine, di parlare ai giovani mettendo in risalto i valori che lo sport può dare e le conoscenze che i ragazzi devono avere per una maggiore consapevolezza della propria condotta.”

Un ragazzo su 5, se fosse vittima o assistesse a fenomeni di bullismo o cyber bullismo non lo direbbe a nessuno, per vari motivi e, tra questi, anche perché non ha nessuno con cui parlarne.

“È quanto risulta dalle riposte dei ragazzi ad un questionario fatto nelle scuole ed è su questo che dobbiamo cominciare a ragionare -ha spiegato Diego Buratta, di Pepita Cooperativa Sociale di professionisti dell’educazione, che lavora con la Fondazione Carolina, creata dal padre di Carolina Picchio, la quattordicenne che si uccise perché vittima di cyber-bullismo nel 2013.

“Lavoriamo moltissimo nelle scuole e negli oratori, nella consapevolezza della necessità di una continuità educativa. C’è bisogno -ha ribadito Buratta- di un tavolo di lavoro continuativo, di strumenti per un monitoraggio sul territorio, strumenti per la formazione soprattutto di insegnanti e genitori e strumenti per l’applicazione della legge.”

Pepita sta anche lanciando in questi giorni l’App Adolesharing, uno strumento pratico e veloce per i genitori ma anche per i ragazzi. La necessità di una continuità e di una maggiore consapevolezza dei ragazzi è stata sottolineata anche da Mattia Vagnetti, vice presidente della Consulta provinciale degli studenti. “La consulta è coinvolta in prima linea nelle tematiche legate al bullismo.Come abbiamo potuto constatare qualche giorno fa anche nella nostra Provincia, episodi di questo genere accadono troppo frequentemente ed a rimetterci sono sempre i più deboli.”

Complimentandosi con la classe che ha recentemente denunciato il fatto in un istituto di Perugia, Vagnetti ha tracciato una linea per il futuro: “C’è bisogno di un sistema di gestione per l’individuazione e prevenzione di condotte di bullismo in ambito scolastico, al fine di prevenirlo e contrastarlo. La Consulta si è già mossa attivamente in merito, facendo informazione costante e organizzando un’iniziativa con la polizia postale per far avvicinare gli studenti a questo tema così delicato. Siamo convinti che lavorando in maniera coordinata con le istituzioni si possa arrivare ad arginare questo problema. Non ci si deve mai arrendere di fronte alle violenze, tutti noi possiamo fare qualcosa per costruire un futuro migliore“.

Nel dibattito che è seguito alle audizioni, la consigliera Ranfa si è detta favorevole ad un tavolo di lavoro permanente costituito da soggetti con competenze diverse e ha sottolineato il ruolo di promotore e coordinatore del comune. Il leghista Valigi ha ribadito, dal canto suo, l’importanza dello sport e ha invitato l’amministrazione ad adottare una serie di iniziative sportive volte a reprimere il fenomeno. Il consigliere Puletti ha, invece, suggerito di partire dal protocollo firmato con la regione, facendo si che il comune ne diventi parte attiva.

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