Riti voodoo per costringere nigeriane a prostituirsi, smantellato sodalizio criminale FOTO E VIDEO

Riti voodoo per costringere nigeriane a prostituirsi, smantellato sodalizio criminale

Riti voodoo per costringere nigeriane a prostituirsi, smantellato sodalizio criminale. La Polizia di Stato di Perugia, ieri ha concluso un’articolata attività investigativa che ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari, disposte dal gip Lidia Brutti, nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani.

Si tratta di due uomini e sei donne, tutti residenti a Perugia e regolari sul territorio nazionale. Sette di loro sono finiti in carcere ed una ai domiciliari. Sette avevano regolare permesso di soggiorno, mentre una donna era ancora irregolare. Sei avevano dimora a Fontivegge e due avevano appartamenti a San Sisto. Gli arresti sono stati effettuati tutti a Perugia. Una delle donne, invece, è stata rintracciata fuori provincia, a Cesenatino.

Indagine lunga è complessa cominciata circa tre anni fa nel 2015. Le figure chiave di questo sodalizio erano di tre tipi. A capo di tutta l’organizzazione c’era l’Ibaka, un nigeriano di 35 anni, poi c’era il soggetto che gestiva l’afro pub in zona stazione di Fontivegge. Le donne, invece, facevano le maman (quasi tutte dai 25 ai 35 anni di età). A fare il lavoro sporco erano proprio le maman, ma sempre facendo riferimento al vertice del gruppo criminale, l’Ibaka. L’afro pub, Nigerian cultism, veniva utilizzato come mezzo per assumere personale, con contratti di lavoro assolutamente fittizi, e quindi dava la possibilità di rinnovare i permessi di soggiorno.

Setta religiosa: Gli arrestati, ha riferito la questura oggi in conferenza, erano parte di una comunità pseudo religiosa, che di fatto si comportava come uno spregiudicato sodalizio criminale in grado, a partire dal 2015, di far entrare illecitamente in Italia decine di giovani donne nigeriane, le quali venivano poi dislocate in appartamenti di cui il gruppo aveva la disponibilità e fatte prostituire nel capoluogo e in provincia di Perugia.

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La complessa attività investigativa, portata avanti dagli uomini della Squadra Mobile di Perugia, coordinati dalla Direzione Distrettuale antimafia della Procura di Perugia, ha permesso di ricostruire l’intera attività del gruppo criminale. Innanzitutto, gli arrestati avevano i propri referenti in Nigeria. Proprio da lì iniziava il viaggio delle giovani nigeriane, e con la Libia, da dove le stesse, a bordo di barconi, attraversavano il Mar Mediterraneo per raggiungere l’Italia.

Le giovani donne, una volta entrate in Italia venivano portate in Umbria; qui le malcapitate venivano costrette a prostituirsi, previa sottoposizione a dei rituali magico-religiosi, i riti voodoo, che le inducevano a non ribellarsi per il timore di subire altrimenti conseguenze nefaste. Venivano picchiate, ma non violentate. Quelle che non rispettavano le regole venivano punite lasciandole senza cibo per tre giorni o lasciarle dormire fuori sul balcone in inverno. Le ragazze si prostituivano non solo in strada, ma, in alcuni casi, in appartamenti di cui il gruppo aveva la disponibilità. L’attività di prostituzione veniva svolta non solo a Perugia, ma anche a Spoleto, Umbertide e Gubbio.

Il sodalizio criminale, in questo modo, si assicurava ingenti profitti, pari a diverse migliaia di euro. I soggetti arrestati sono ora indagati per concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, induzione in errore di pubblici ufficiali al fine di ottenere permessi di soggiorno in Italia. Dal 2015 sono state decine le giovani costrette alla vita di strada.

 

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