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Associazione Porta Santa Susanna, il fucile che uccise Kennedy
PERUGIA – Il Novecento non è stato soltanto l’epoca delle trasformazioni epocali e dei piccoli-grandi cambiamenti che hanno modificato il nostro stile di vita, e che l’Associazione Porta Santa Susanna ha scelto come tema generale per il ciclo di conferenze 2017-18. E’ stato anche un insieme di snodi irrisolti, di zone d’ombra e di misteri su cui si accentra ancora l’attenzione degli storici e l’interesse della gente comune.
Uno di questi eventi, che periodicamente torna alla ribalta (riproposto anche recentemente in occasione della de-secretazione di documenti finora inaccessibili) è l’attentato avvenuto a Dallas il 22 novembre 1963, in cui perse la vita John Fitzgerald Kennedy, il presidente della nuova frontiera e della coraggiosa iniziativa berlinese per superare la guerra fredda.
Nonostante i risultati delle inchieste ufficiali (in primo luogo quello della Commissione Warren, l’organismo che prese il nome dal presidente della Corte Suprema, giungendo alla conclusione che l’attentatore Lee Harvey Oswald aveva agito da solo, e nessun elemento faceva presumere l’esistenza di una cospirazione interna o esterna agli USA per uccidere Kennedy) le ipotesi di un complotto si sono succedute nel tempo, alimentate da personaggi discutibili, talora in cerca di pubblicità, talaltra privi delle necessarie competenze tecnico-scientifiche. In questa ridda di fantasiose supposizioni un punto fermo è rappresentato dalle lunghe e dettagliatissime ricerche di Diego Verdegiglio, scrittore e regista romano, autore di un saggio-inchiesta dal titolo “Ecco chi ha ucciso John Kennedy” considerato il più completo e documentato lavoro sull’argomento.
L’interesse specifico che la vicenda rispecchia per l’Umbria è data dal fatto che il fucile utilizzato da Oswald (modello Männlicher Carcano 91/38) è stato prodotto a Terni nel 1940. Come residuato bellico, è stato poi venduto per corrispondenza, e per questa via verosimilmente è arrivato nelle mani dell’attentatore. Complesse indagini balistiche, condotte nello stabilimento ternano dell’Esercito in cui esso fu fabbricato, e comparazioni con un analogo fucile tedesco (Mauser) consentono di accertare l’idoneità dell’arma a colpire con precisione il bersaglio desiderato.
Di tutto ciò si parlerà con l’autore del libro venerdì 24 novembre alle ore 21,00 presso la sede dell’Associazione (Via Tornetta 7, adiacente al Parcheggio Pellini). La serata si concluderà con il consueto momento conviviale di amicizia. L’ingresso è libero, tutti sono cordialmente invitati.
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