Rapporto 2016 sulle economie regionali della Banca d’Italia

Claudio Ricci: il sistema Umbria è "fragile" ed ha subìto, dalla crisi, effetti più negativi delle altre regioni

Rapporto 2016 sulle economie regionali della Banca d'Italia

Rapporto 2016 sulle economie regionali della Banca d’Italia

Di Lorenzo Capezzali
PERUGIA – L’Umbria sotto la luce di una ripresa economica lenta con il turismo che non si distribuisce virtuosamente per l’intera area. Spunti positivi ma non per tutti con l’aggravante che la gente spende meno per la continua congiuntura economica internazionale. Ad Assisi si avverte questo e soprattutto a dare voce al sistema qualità turismo sono gli operatori commerciali e del settore alberghiero. Intanto la Banca d’Italia ha presentato il rapporto sulle “economie regionali” dedicato all’Umbria nel 2016. L’Umbria “corre di meno” ma cresce ancora (+0,6% di PIL, Prodotto Interno Lordo, nel 2016), dopo 5 anni di calo. Rallenta l’export.

Spiega il consigliere di centrodestra Claudio Ricci in una nota:” Segnali positivi nei servizi ma è ferma l’edilizia (aspetti incoraggianti arrivano dalle “ristrutturazioni”).  Il turismo in Umbria ha subito effetti “molto negativi” dovuti al terremoto (emergono potenzialità da quello culturale): dal 30 ottobre (scossa principale), sino a fine 2016, il calo degli arrivi turistici è stato superiori al 35% (nei primi quattro mesi del 2017 cala ancora il turismo del 30% ). Diminuisce l’occupazione ma solo fra gli autonomi e la richiesta di formazione fa calare i disoccupati.  La situazione delle famiglie migliora lievemente e la povertà assoluta cala dal 4.4 al 3.6%; aumentano i finanziamenti delle banche alle famiglie (per mutui immobiliari). Esistono “segnali positivi” ma l’Umbria ha subito, dalla crisi, più di altre regioni. Dal 2007 al 2015 il PIL, Pro Capite, diminuisce di 5.000 € (2000 € in più della media italiana) e le famiglie in difficoltà sono 30.000. “

 

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