Leonardo Varasano presidente consiglio comunale di Perugia

Leonardo VARASANO (1)

PERUGIA – Leonardo Varasano, consigliere del gruppo di Forza Italia, è stato eletto questo pomeriggio Presidente del Consiglio Comunale di Perugia. Varasano, in terza votazione, ha ottenuto 20 voti, 9 sono state le schede bianche, 2 quelle nulle. Nella seconda e precedente votazione, nella quale era richiesta la maggioranza qualificata per procedere all’elezione del Presidente (22 voti), l’esito era stato il seguente: 27 schede bianche, 2 nulle, 1 voto per Perari, 1 voto per Varasano. La prima votazione, per la cronaca, era stata effettuata nel corso della seduta consiliare del 30 giugno scorso. In apertura di seduta Castori ha chiesto una breve sospensione al fine di poter condividere, anche con i rappresentanti dell’opposizione, il nome del candidato alla carica di Presidente. Sulla procedura intrapresa ha espresso qualche perplessità la consigliera Rosetti (M5S), ritenendo che nel corso della settimana appena trascorsa ci fosse stato tutto il tempo per interloquire sul punto. “Al contrario una mera sospensione di 10 minuti per procedere alla condivisione dell’elezione di una carica così importante, appare come una presa in giro per l’intera comunità comunale”.Nel ricordare il forte astensionismo emerso in sede di recenti elezioni, sintomo della necessità di recuperare al più presto un rapporto tra cittadini e Istituzioni, Rosetti ha comunque accolto la richiesta di sospensione, invitando il candidato alla Presidenza a presentarsi ufficialmente, indicando le ragioni della candidatura ed il programma.

Ciò per un’esigenza di trasparenza.

Anche il capogruppo PD Mencaroni ha formulato qualche critica alla maggioranza circa le tempistiche osservate: “ci sarebbe piaciuto condividere la scelta della Presidenza con intervalli di tempo più ampi; ciò non toglie che siamo disponibili al confronto anche oggi”. Camicia, infine, ha fatto rivelare che la precedente amministrazione di centro-sinistra mai si era dimostrata disponibile ad un confronto circa l’elezione del Presidente. “Tuttavia oggi l’aria è cambiata e noi rappresentiamo una maggioranza diversa, decisa a non sottrarsi a confronto e condivisione”.

Dopo una prima sospensione, ne è stata chiesta una ulteriore, da parte del consigliere Numerini, al fine di poter permettere alla coalizione di maggioranza di riunirsi. All’esito parola ad Arcudi, il quale ha precisato di rispettare il nome del candidato alla Presidenza Varasano, ma di non aver condiviso il modus operandi: “condivisione, infatti, non significa mera comunicazione del nome scelto dalla maggioranza”. Per tali ragioni il consigliere socialista ha preannunciato di voler votare con scheda bianca. Perari ha precisato che alla maggioranza non sfugge l’importanza della seduta odierna perchè nel corso della stessa è destinata ad essere eletta la seconda carica del Comune dopo quella del Sindaco. “Noi crediamo che la proposta relativa al consigliere Varasano sia condivisibile, perchè si tratta di una figura equilibrata che potrà svolgere ottimamente il ruolo di Presidente”.

Anche Mencaroni, come Arcudi, ha preannunciato che il PD non avrebbe votato Varasano, perchè tale scelta doveva essere comunicata in precedenza e non all’ultimo momento. Infine Rosetti ha polemizzato con la maggioranza, rea di aver messo in atto le stesse prassi più volte denunciate dai banchi del centro-destra in passato. Dopo la sua elezione il Presidente Varasano ha voluto formulare un saluto all’assise.

“Ringrazio uno ad uno ciascuno di voi consiglieri. Sono molto onorato – ha detto – della carica che vado ad assumere. Cercherò di esercitare questo nuovo ruolo al meglio delle mie possibilità, con equilibrio e buon senso, facendomi interprete e rappresentante, come richiede lo Statuto, dell’intero Consiglio comunale”. Nel rivolgere un pensiero d’affetto al collega Cenci, assente per gravi motivi personali, ed un pensiero di dolore alle vittime della sparatoria di ieri, Varasano ha sottolineato che il primo dovere di un politico, come sosteneva una grande donna, in odore di santità, è la fraternità. La fraternità è il nostro primo dovere “prima ancora di dedicarci con passione al nostro partito, prima delle scelte che distinguono le diverse opzioni”. E questo perché il fine dell’azione politica è sempre, in ogni epoca, il bene comune.

La scelta dell’impegno politico è un atto di amore”, e non bisogna mai dimenticare che anche l’altro, “l’avversario politico, può aver compiuto la sua scelta per amore” e questo esige di rispettarlo, “e comprendere l’essenza del suo impegno andando al di là dei modi, non sempre privi di animosità, con i quali lo vive”.
“Il politico – continuava questa grande donna – è colui che abbraccia le divisioni, le spaccature, le ferite della propria gente, per trovare le soluzioni, per ricomporle in unità”. Il premio del politico che incarna questo spirito è quello di “diventare un modello, un punto di riferimento per i suoi concittadini, di diventare orgoglio della sua gente”. “Ed è questo l’augurio – ha concluso il Presidente – attraverso queste immortali parole di Chiara Lubich, che io rivolgo a ciascuno di voi e a me: diventiamo l’orgoglio della nostra gente”.

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